TEMPIO DI MARS ULTOR
AUGUSTO, due denari con insegne all’interno del
tempio.
Augusto aveva promesso che avrebbe dedicato un tempio a Marte Ultor o vendicatore prima della battaglia di Filippi del 42 a. C., nella quale sconfisse Bruto e Cassio, gli uccisori di Cesare, vendicandone la morte. Un passo di Svetorio riporta:
Riguardo al tempio di Marte, Augusto fece
voto di costruirlo quando, con la battaglia di Filippi, si era vendicato
della morte di Cesare; stabiĺ che il Senato deliberasse in questo tempio
quello che riguardava le guerre e i trionfi, che da qui partissero tutti
quelli che dovevano partire per le province con incarichi di
comando e che coloro che tornavano vincitori portassero qui le insegne
dei loro trionfi. |
(Svetonio, Augustus, 29) AUGUSTO, denario con carro
trionfale. |
Il tempio venne inaugurato nel 2 a.C. e la sua costruzione venne iniziata probabilmente come il Foro, tra il 30 e il 27 a. C. Ripeteva in scala maggiore il tempio di Venere Genitrice nel Foro di Cesare, con accesso attraverso una scalinata centrale di 17 gradini interrotta al centro da un altare e due fontane che ne decoravano le estremità.
Il tempio era octastilo, di ordine corinzio, con colonnati laterali ad otto colonne alte circa 15 metri. All’interno della cella vi erano uno o due ordini di colonne con capitelli decorati da pegasi.
La cella terminava con un'abside occupata da un ulteriore piccolo podio su cui erano ospitate probabilmente tre statue: di Marte, di Venere e del Divus Iulius.
AUGUSTO, denario con Marte
che tiene le insegne all’interno del tempio.
La raffigurazione che occupa il frontone è nota dalla raffigurazione sull'Ara Pietatis Augustae di Claudio: da sn. la personificazione semisdraiata del Palatino, Romolo seduto che seguiva con lo sguardo il volo degli uccelli (come un augure), Venere con Eros, al centro Marte con una lancia, la Fortuna, la dea Roma e la personificazione del fiume Tevere.
Il tempio custodiva una sorta di sancta sanctorum, il penetrale, dove erano conservate la spada di Giulio Cesare e le insegne perdute da Crasso e durante la guerra contro i Parti e poi restituite ad Ottaviano Augusto dal re partico in segno di sottomissione.
L' Ara Pietatis Augustae fu
votata dal Senato nell’anno 22 per la salute di Livia
e venne consacrata da Claudio nel 43.
Le lastre furono poi reimpiegate nell' Arcus Novus di Diocleziano.
Nella scena a destra, che raffigura il sacrificio di
un toro, c’è la facciata
del tempio di Marte Ultore nel Foro di Augusto, con il
particolare del frontone.